Fare marketing è un po’ come cucinare: a preparare una pasta son capaci tutti, ma la vera differenza nella qualità del piatto finale la fanno gli ingredienti, la tecnica di lavorazione e la fantasia nell’impiattare.
Un sito standard (della serie chi sei, cosa fai, dove lo fai), un post su Facebook o una newsletter – con un po’ di buona volontà – li riusciamo a fare tutti.
Non stupiamoci, però, se ne uscirà qualcosa di insipido; una portata che qualcuno, magari, assaggerà anche, ma di cui certamente non verrà reclamato a gran voce un bis.
E sai perché? Perché il piatto in questione è privo di un filo rosso che unisce e collega gli ingredienti, dalla scelta alla lavorazione. Insomma, non ha dietro una strategia o, se ce l’ha, beh… probabilmente questa presenta degli errori evidenti…
Ingrediente 1: partire senza obiettivi chiari
Cucini per una cenetta romantica o per la rimpatriata delle superiori? Uno degli errori più gravi che puoi commettere è di non stabilire analiticamente ed a priori quali siano i risultati che vuoi raggiungere.
Affinché qualunque strategia abbia successo, è necessario che essa sappia perfettamente dove vuole arrivare ancor prima di partire. Solo così saprai come muoverti.
Gli obiettivi devono essere specifici e misurabili: vendite, compilazione di un form, contatti diretti e così via. Per ciascuno di essi devi poi impostare un tracking analitico per registrare le metriche di riferimento e monitorare il rendimento della strategia.
Ingrediente 2: non conoscere a fondo il target
Conosci a fondo gusti – ed eventuali intolleranze – dei tuoi commensali? Anche se tu creassi il miglior hamburger mai cucinato sulla faccia della terra, andrebbe sprecato se lo promuovessi ad un pubblico di vegetariani.
Lo stesso vale per i tuoi contenuti. Scoprendo chi sono i tuoi destinatari potrai scrivere contenuti più mirati, rivolti alla tua specifica buyer persona e non a una massa indistinta.
Il che, probabilmente, ti eviterà di incorrere in “inconvenienti” come accaduto al Ministero della Salute con la campagna lanciata a favore della fertilità, che ha trasformato un tema delicato in un’offesa generalizzata a chi di figli non può averne, a chi non ne vuole, e a chi ne vorrebbe ma non si trova in condizioni sentimentali od economiche per farlo.
Ingrediente 3: usare i social come semplice megafono
Come fai sapere ai tuoi invitati della fantastica cenetta che sono chiamati a gustare? Mandi inviti personalizzati o esci sul balcone gridando “È pronto, se magnaaaaa”?
Sembra incredibile, ma molti marketer spesso scelgono ancora la seconda opzione, dimenticando che i social media sono – per definizione – uno spazio di dialogo e di engagement reciproco, non un semplice canale di trasmissione.
Meglio una piccola rete di rapporti genuini – che possano costituire il tuo bacino di potenziali clienti – che puntare subito a raggiungere il maggior numero di persone possibili.
Interagisci, rispondi alle domande e condividi pensieri, idee e suggerimenti per costruire relazioni che possano, nel tempo, avere un impatto positivo sul tuo business.
Insomma, fai ciò che non ha fatto Patrizia Pepe in occasione dell’uscita di questa campagna pubblicitaria con protagonista una ragazza al limite dell’anoressia: una volta pubblicata la foto su Facebook, si è scatenato il disappunto dei fan che hanno criticato – a volte anche con toni aspri – l’immagine.
Ingrediente 4: dimenticarsi che i clienti sono persone
Come hai appena visto, anche il tono e il linguaggio con cui ti approcci ai commensali rivestono la loro importanza: ricordati sempre che, al di là di tutto, hai a che fare con persone, quindi tutto ciò che dici potrà, come nella migliore delle tradizioni americane, essere usato contro di te.
Attento perciò a non esagerare: ok, Ie persone vogliono provare emozioni, vedere immagini interessanti o trovarsi di fronte ad un linguaggio accattivante. Ma fai sempre attenzione a come esalti o presenti i tuoi piatti.
Guarda Algida: in occasione della festa della donna, la sua Facebook Page ha pubblicato una foto di un gelato: “Una rosa al cioccolato per tutte le donne”. Peccato che ci sia poca somiglianza tra una rosa e il gelato nella foto, che in realtà ricorda ben altro.
I fan hanno iniziato a commentare la foto: i responsabili se ne sono accorti e hanno cercato di rimediare all’errore pubblicando un’altra foto sicuramente migliore.
Ciliegina sulla torta: isolare il marketing dalle altre funzioni aziendali
Ultima breve parentesi per farti notare come non sia affatto conveniente metter su un muro tra la cucina e la sala.
Se vuoi che la tua cena sia un’esperienza indimenticabile, fai in modo che chi si occupa del marketing intrattenga un dialogo con la parte commerciale, con quella produttiva e con tutte le altre coinvolte.
Senza confronto e scambio di punti di vista, sarà difficile capire anche solo qual è il tavolo del cliente, figurarsi cosa vorrebbe mangiare.
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